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Ex specializzandi: rimborsi record nel 2018, 34 milioni già pagati

Professione Redazione DottNet | 16/07/2018 15:21

La sentenza della Corte di Giustizia Europa e le ultime decisioni dei tribunali confermano il diritto per i medici specialisti ’78-2006 e il recente parere pro veritate riapre la partita della prescrizione: attesa una nuova ondata di ricorsi

Oltre 34 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2018 e nuove interpretazioni giuridiche a favore degli ex specializzandi. Un 2018 all’insegna del riconoscimento dei diritti violati per i medici a cui lo Stato ha negato il corretto trattamento economico durante la specializzazione in Medicina violando le direttive Ue in materia (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE).

Insieme ai rimborsi (solo per i medici tutelati da Consulcesi la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha staccato assegni per oltre 34 milioni di euro nel giro di pochi mesi) si è ulteriormente rafforzata la giurisprudenza in favore dei ricorrenti. Lo dimostra l’escalation di sentenze sempre più ravvicinate (le ultime, in ordine di tempo, sono la n. 7826 del 18 aprile 2018 della Seconda Sezione Civile del Tribunale di Roma e la n. 391 del 19 gennaio 2018 della Corte d’Appello di Roma) e che hanno disposto risarcimenti milionari in favore dei camici bianchi, in aggiunta alle migliaia di colleghi ai quali Consulcesi ha già fatto riconoscere oltre 530 milioni di euro.

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Di fronte al rischio di una vera e propria voragine nei fondi pubblici, al nuovo Parlamento il compito di individuare finalmente una soluzione normativa per scongiurare un esborso complessivo stimato in svariati miliardi di euro. Tutto ciò, anche in virtù di una recente pronuncia della Corte di Giustizia Europea (cause riunite C-616/16 e C-617/16), che ha segnato una svolta storica nella giurisprudenza del lungo contenzioso e per gli effetti della quale le somme che i tribunali e le Corti dovranno d’ora in poi riconoscere ai medici potrebbero essere triplicate. Una partita più che mai aperta, quindi, anche grazie a un recente e autorevole parere pro veritate che ha confermato come non si sia formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione, ciò a causa dell’assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi.

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